San Sebastiano | |
![]() San Sebastiano di Nicolas Régnier, 1620 | |
Nato | Narbona ? (Gallia), 256 circa |
Morto morto |
Roma, 287], 288 o 304 circa |
Venerato da venerato da |
Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Beatificazione beatificazione |
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Canonizzazione canonizzazione |
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Santuario principale santuario principale |
Basilica di San Sebastiano fuori le mura, Roma |
Ricorrenza ricorrenza |
20 gennaio in Occidente, 18 dicembre in Oriente |
Attributi attributi |
Frecce, Palma del martirio |
Patrono di | Costruttori di aghi, Arcieri, Polizia municipale, Sportivi, Militari in genere |
San Sebastiano (Milano, 263 ca.; † Roma, 304 ca.) è stato un martire latino, ucciso a colpi di frecce sotto l'imperatore Diocleziano.
Biografia[]
Secondo la tradizione il santo visse al tempo dell'imperatore Diocleziano. Divenuto alto ufficiale dell'esercito, fu comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell'Imperatore. Quando Diocleziano scoprì che Sebastiano era cristiano lo condannò a morire trafitto da frecce. Sempre secondo la leggenda, dopo questo martirio i carnefici, credutolo morto, lo abbandonarono, ma amorevolmente curato sarebbe riuscito a guarire. Ritornato da Diocleziano per rimproverarlo, questi avrebbe ordinato di flagellarlo a morte, e poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima.
Ambrogio (340-397) nel suo Commento al salmo 118 riferisce che Sebastiano era originario di Milano e si era trasferito a Roma. Le maggiori informazioni sulla sua vita ci sono giunte dalla Legenda Aurea scritta da Jacopo da Varagine e dalla Passio Sancti Sebastiani ("Passione di San Sebastiano"), opera a cura di Arnobio il Giovane, monaco del V secolo.
Dato storico certo, che ne testimonia il culto sin dai primi secoli, è l'inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio Martirum, il più antico calendario della Chiesa di Roma e risalente al 354.
Tuttavia le agiografie che lo vedono al servizio di Diocleziano a Roma o l'intervento di Ivo l'Imperatore nelle vicende del suo martirio, comprese quelle attestate da Sant'Ambrogio poco dopo, sono spurie perché Diocleziano non risiedette mai a Roma.
Sebastiano, martirizzato sotto Diocleziano, viene raffigurato solitamente trafitto da frecce. La salma venne recuperata da mani pietose e sepolta nelle catacombe che oggi vengono appunto dette di San Sebastiano. San Sebastiano sarebbe stato martirizzato sui gradus helagabali ovvero i gradini di Elagabalo. In quello stesso luogo venne eretta una chiesa in suo nome. I gradini di Elagabalo si identificano, forse, in un tempio Romano sul versante orientale del palatino.
Culto e festeggiamenti[]

Antonello da Messina, San Sebastiano.
Spesso, in passato, Sebastiano veniva invocato come protettore contro la peste. Attualmente, in Italia, è il santo patrono della polizia municipale. Oggi è anche invocato contro le epidemie in generale, insieme a san Rocco.
È particolarmente venerato in Sicilia fin dal 1575, anno in cui infuriò la peste e in molte città veniva invocato contro la terribile epidemia. Ma il culto si diffonde sin dal 1414 anno in cui, secondo un antichissimo documento custodito negli archivi della Basilica in Melilli, una statua del Santo martire sarebbe stata ritrovata presso l'isola Magnisi in provincia di Siracusa. Sempre secondo questo documento alcuni marinai sostennero di essersi salvati da un naufragio grazie alla protezione di quella statua. Subito accorsero in quel luogo centinaia di persone incuriosite da tutta la provincia. Nessuno riuscì a sollevare la cassa contenente il simulacro del santo, nemmeno il vescovo di Siracusa accompagnato dal clero e dai fedeli della città. Ma i cittadini di Melilli il 1º maggio 1414 giunti sul posto riuscirono a risollevare la cassa che entrata in paese tra invocazioni e preghiere divenne di nuovo pesante: segno che San Sebastiano voleva fermarsi lì. All'ingresso del paese si sarebbe verificato il primo miracolo: un lebbroso venne guarito. Da allora ogni anno (la festa è stata spostata al 4 maggio per motivi di ordine pubblico da quando fu istituita la festa del lavoro) San Sebastiano viene festeggiato solennemente. Il 4 maggio alle ore 04.00 del mattino viene aperto il santuario per accogliere i pellegrini provenienti da ogni parte invocando il santo: "semu vinuti di tantu luntanu, Primu Diu e Sammastianu! E chiamamulu ca n'ajuta!" Melilli si popola di tantissimi fedeli provenienti da Avola, Siracusa, Carlentini, Cassaro, Cassibile, Lentini, Floridia, Mistretta, Priolo, Solarino, Sortino, Ferla, Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Ragusa, Palazzolo, Canicattini, Francofonte, Grammichele, Scordia, Ramacca, Vizzini, da tutta la Sicilia orientale e oltre. Anche all'estero gli emigrati hanno diffuso la devozione. Commovente l'arrivo dei nuri di Melilli e di Solarino. Questi pellegrini sono chiamati nuri perché in passato facevano il pellegrinaggio quasi nudi, con pantaloncini o mutande e a torso scoperto, con in mano fiori in omaggio al Santo. Oggi, invece, i nuri di San Sebastiano indossano vestiti bianchi e fascia rossa, camminando sempre scalzi. Affrontano chilometri di strada, offrendo torce e ceri votivi (ex voto) rappresentanti parti di corpo guarite miracolosamente o per le quali si chiede la grazia. Dopo il 4 maggio segue il solenne ottavario che si conclude il giorno 11 maggio quando tra grida di invocazione e richieste di intercessione il simulacro viene velato e conservato. Ritornerà ai fedeli il 20 gennaio giorno della sua festa liturgica.
San Sebastiano è poi particolarmente venerato ad Acireale perché, durante la seconda guerra mondiale, sotto la minaccia di un bombardamento, gli Acesi fecero voto affinché la città non fosse bombardata e così fu. San Sebastiano è quindi, assieme a santa Venera, patrono di Acireale: il 20 gennaio si svolge una festa a lui dedicata.
Ad Accadia, in provincia di Foggia, il 20 gennaio si svolge la festa patronale di San Sebastiano animata da tipici falò rionali. Dopo la solenne processione del santo e la benedizione di tutti i falò si tiene il palio di San Sebastiano giunto nel 2013 alla XXX edizione a cui partecipano i vari rioni e le frazioni del comune.

Carlo Saraceni, San Sebastiano, 1610 circa, Praga, Galleria del Castello.
È santo patrono di Mistretta e la festa si svolge due volte all'anno: il 20 gennaio e il 18 agosto. È pure santo patrono di Tortorici e la festa si svolge due volte l'anno: il 20 gennaio con replica la prima domenica successiva (l'ottava) e la prima domenica di maggio.
In Calabria, venerato e festeggiato a Pernocari (VV) il 20 gennaio e la terza domenica di agosto. È inoltre festeggiato come patrono a Fagnano Castello e Orsomarso, in provincia di Cosenza e ad Anoia Superiore il 20 di Gennaio in provincia di RC,dove viene acceso un grande falò in suo onore e durante la festa viene baciata la reliquia...
San Sebastiano è festeggiato anche a Termoli (CB) il 20 gennaio, quando gruppi di persone intonano un brano dedicato al Santo per le strade della città ricevendo in dono soldi o leccornie. Lo spettacolo viene riproposto anche durante il periodo estivo, precisamente il 7 agosto, per permettere a coloro che vivono fuori città di potervi assistere.
S.Sebastiano è venerato nella cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) di cui ne è anche il santo patrono cittadino. Qui, nella basilica minore di S.Sebastiano sita in piazza duomo, nel centro città, è custodita un inestimabile reliquia che consiste nell'osso dell'avambraccio del santo martire detto ivi "Brazzu di San Bastianu", spesso citato in detti del luogo come "Ci voli u brazzu di san Bastianu!", il quale si invoca in un momento dove sarebbe propizio un ausilio.
Il culto di San Sebastiano è presente anche a Berchidda e ad Ulassai in Sardegna. La sua festività ricorre il 20 gennaio, data in cui tradizionalmente viene realizzato un grande fuoco e si offrono arance in un grande banchetto. La notte di San Sebastiano apre le porte ai riti dell'antico carnevale denominato su Maimulu.
Anche in Liguria è presente il culto del santo da lungo tempo. A Costarainera si trova una chiesa dedicata a San Sebastiano, edificata probabilmente del XIV secolo e attualmente in degrado. Fu probabilmente edificata sull'antico tracciato della via Aurelia che in quel tratto passava nell'entroterra e non sulla costa ligure, a causa delle frequenti incursioni di pirati.
Bellissima struttura è il Protocenobio di San Sebastiano ad Alatri (Frosinone), dove, secondo diversi documenti, avrebbe avuto origine la Regula Magistri[1].
Nell'arte e nella letteratura[]
La rappresentazione più antica del santo è nel mosaico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, datato tra 527 e il 565. La parete laterale sulla destra contiene grandi mosaici che raffigurano la processione di 26 martiri, condotta da san Martino e presieduta, tra gli altri, dallo stesso Sebastiano, ma i martiri sono rappresentati nello stile bizantino e non sono individualizzati, per cui hanno un'espressione identica.
Un'altra raffigurazione antica di Sebastiano è in un mosaico nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, che si fa risalire al 682 e rappresenta un uomo barbuto rivestito da un'armatura ma che non reca l'attributo della freccia.
Il soggetto del santo ignudo e disteso dal viso languido risanato dopo il martirio da un gruppo di pie donne riscuote particolare fortuna nella pittura del diciassettesimo secolo, con schizzi di luce irradiati da una candela che rischiarano il corpo incorrotto del soldato, in lotta tra la vita e la morte, in una scena notturna e intima. Testimoniano gli effetti luminosi che si dipanano sul corpo nudo del santo gli esempi di Georges de La Tour e Jusepe de Ribera.
San Sebastiano e la comunità LGBT[]
San Sebastiano ha inoltre un'importanza particolare per la comunità LGBT, all'interno della quale numerosi cattolici omosessuali lo rivendicano come santo patrono e come intercessore, senza che però questo culto sia riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa Cattolica. Il suo ruolo di santo protettore contro le epidemie è stato talvolta esteso alla più grave epidemia della contemporaneità, l'AIDS.[2]
== Note == christian berardi alunno di Filippo larone scopre i segreti della cripta di san Sebastiano
- ↑ Elementi di
- ↑ voce tratta dalla versione francese del medesimo paragrafo, in Saint Sébastien et la communauté LGBT La cripta è stata scoperta da Filippo Antonio Larone, professore del Conti e del Torricelli.